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tinca nel fondale

La tinca

Tutto quello che c'è da sapere sul mondo della tinca.

La tinca è un pesce d’acqua dolce molto simile alla carpa, infatti fa parte della stessa famiglia, i cyprinidae. Il colore della sua livrea è di un  verdastro intenso sul dorso, più chiaro lateralmente e tendente al giallo sul ventre. La pinna caudale è di forma quadrata, mentre le altre pinne hanno una forma arrotondata.

La bocca della tinca è molto stretta e come caratteristica di ogni ciprinide, ha ai suoi lati un barbiglio, in questo caso molto più piccolo di altri pesci.

La pesca della tinca è sempre stata esercitata per la bellezza e particolarità del pesce, non certamente come trofeo di grandezza, visto che può raggiungere la dimensione massima di 70 cm.

Il dimorfismo sessuale è quasi  inesistente e lo possiamo notare solo sulle femmine adulte che rispetto ai maschi hanno un ventre più convesso.

I maschi sono generalmente più piccoli delle femmine e di solito hanno i muscoli vicino alle pinne più accentuati, muscoli completamente assenti sulle femmine.

Una caratteristica della tinca è la pelle, quasi completamente priva di scaglie che rendono il suo corpo scivoloso tipo quello  dell’anguilla.

Ci sono leggende su questo pesce che raccontano che ogni pesce malato si strusciava sulla pelle della tinca e guariva immediatamente. Da questa leggenda la tinca è stata soprannominata il pesce dottore.

 

tinca in lago

L'habitat della tinca e il suo comportamento

La tinca ama vivere in fondali argillosi e melmosi con abbondante vegetazione acquatica. Non a caso la possiamo trovare nei corsi d’acqua a corso lento o addirittura in acque ferme come i laghi con temperature elevate.

Ama anche vivere in fossati di ghiaia molto stretti e profondi, dove sono presenti canneti e vegetazione fitta.

La tinca riesce, come il pesce gatto, a vivere con carenza di ossigeno e addirittura può restare anche fuori dall’acqua per un tempo relativamente lungo.

La tinca è un pesce considerato gregario e vive esclusivamente in piccoli branchi (vedi foto sotto) ed è legato molto al posto dove vive e non lo abbandona mai a meno di qualche sconvolgimento dell’habitat.

Essa inizia a muoversi quando la luce incomincia a essere più tenue, di solito al calare della sera.

Durante il giorno, infatti, rimane ferma nei fondali aspettando il buio, e durante l’inverno addirittura entrano in quasi uno stato di letargo.

piccoli branchi di tinche

Regime alimentare

L’alimentazione della tinca varia a seconda dell’ambiente circostante e dell’età del pesce. E’ tendenzialmente carnivoro, ma quando il cibo scarseggia si nutre anche di sostanze vegetali.

Di solito la loro dieta svaria da molluschi, insetti , crostacei, alghe,vermi, ma non disdegnano piccole lumache e avannotti di altri pesci.

 

- La pesca alla tinca - Esche, montature e consigli utili

Per passare una bella  giornata di pesca alla tinca dovremo munirci di una buona bolognese oppure di una canna da fondo, a secondo della tecnica di pesca che intenderemo fare.

La bolognese, che deve essere robusta e  lunga 6 metri circa, serve per la pesca con il galleggiante, tecnica che noi di pesca facile consigliamo perchè è la più bella e proficua.

Nella bolognese monteremo un mulinello a bobina fissa abbastanza robusto, caricato con un monofilo dello 0,18 opaco che ci permetterà di poter fare lanci di notevole distanza anche con montature leggere.

La scelta del galleggiante deve essere fatta con cura, perchè la tinca è un pesce molto sospettoso e il minimo errore di montatura può portare a un’insuccesso.

Il galleggiante più consono a questa tecnica è la classica  penna o un galleggiate comune, che però non deve superare i 3 grammi di peso per non fare opposizione all’abboccata del pesce che sentendo la resistenza lascerebbe subito l’esca.

Fissiamo il nostro galleggiante a circa 1 metro e mezzo dalla fine del monofilo, e zavorriamolo con 4/5 piombini sferici concentrati nella parte bassa, distanziati di 3 cm tra loro.

Leghiamo ora una girella con il moschettone a cui applicheremo un terminale di circa 30 cm dello 0,14 trasparente, dove legheremo un’amo a gambo lungo del n.10.

Per aiutarvi nella piombatura del galleggiante vi consigliamo di applicare piombi pari ai 3/4 del peso dello stesso per essere sicuri che la tinca non ne senta il peso.

Per capire meglio se abbiamo un galleggiante di 2 grammi dovremo applicare nel monofilo i piombini per un peso totale di 1,5 grammi.

montatura bolognese per pesca alla tinca

Montatura per la pesca al fondo

La montatura per la pesca a fondo alla tinca è di una facilità estrema nell’esecuzione e non si discosta molto da quella che si adoperano per  altri pesci.

Innanzitutto dovremo adoperare una canna robusta tipo quelle da carpfishing o in alternativa una telescopica a 2/3 pezzi ( quella a 2 pezzi ha un’azione migliore ma un ingombro maggiore).

Per chi si affaccia a questo tipo di pesca consigliamo una canna economica che lanci pesi intorno ai 60 gr. anche perchè più il peso aumenta più difficile è pescare.

Il mulinello deve essere grosso e robusto perchè deve contenere abbastanza monofilo e di spessore, non ha importanza i cuscinetti che ha, l’importante è che sia affidabile.

Il monofilo, come già detto sopra, deve essere abbastanza spesso ma soprattutto di qualità per non incappare in rotture non indesiderate.

Vediamo ora nel dettaglio come si prepara una montatura a fondo per pesca alla tinca.

Monteremo nel mulinello un monofilo dello 0,30 dove passeremo un piombo forato a forma di oliva e un pezzettino di tubetto di silicone che servirà da salva nodo. 

Fermeremo il tutto con una girella senza moschettone dove attaccheremo un terminale dello 0,20 che terminerà con un amo di misura variabile dal n.7 al n. 10.

Queste misure del monofilo vengono adoperate in acque molto sporche, cave o stagni. Se invece si pesca in laghetti di pesca sportiva, dove l’acqua è di solito più trasparente, verrà diminuito lo spessore sia della lenza madre che del terminale.

Sotto troverete una foto esplicativa di come si fa una montatura a fondo per la pesca della tinca.

 

montatura a fondo

Pesca alla tinca con il method feeder

Per pescare con questa tecnica occorre una minuteria particolare, poi preparare la montatura non è assolutamente difficile.

Per prima cosa procuriamoci un method feeder (il vecchio e caro pasturatore) di misura media, vi consigliamo di peso intorno ai 25 gr.

Passeremo lungo il nostro monofilo uno stopper di gomma che fermerà il method feeder in caso di perdita di assetto.

Ora infileremo il method feeder e lo bloccheremo con con un salva nodo siliconico e una girella, oppure direttamente con una girella. 

Qui applicheremo un terminale non più lungo di 10 cm o in alternativa potremo acquistare terminali già pronti che si trovano in commercio.

Di terminali pronti ce ne sono di tanti tipi, i migliori secondo noi soni i guru con ami senza  ardiglione perchè hanno una forma particolare che facilita l’aggancio in bocca del pesce.

Ora non ci resta che preparare la pastura (che si trova già in commercio) bagnandola con acqua fino a farla diventare abbastanza dura da poterla applicare nel method feeder con l’apposito attrezzo siliconico che troverete nei negozi di pesca. Fatto questo inseriremo il nostro amo nel method feeder e finalmente saremo in grado di lanciare e pescare.

Com’è nostra consuetudine, sotto vi inseriamo un foto per cercare di essere più espliciti possibile.  

method feeder

Esche consigliate per la pesca alla tinca

Le esche usate per la pesca alla tinca sono uguali alle esche per le carpe, cioè si possono adoperano esche naturali come il mais, anche se le esche regine rimangono sempre lombrico e bigattino.

La tinca è un pesce molto furbo quindi anche l’innesco dell’esca nell’amo deve essere fatto in maniera perfetta altrimenti si accorgerà dell’inganno.

Ovviamente se parliamo di esche per il method feeder entriamo in mondo a se.

In commercio possiamo trovare tantissime paste per preparare la pastura adeguata al posto e alla dieta della nostra tinca.

Ce ne sono al gusto di merluzzo, di frutta e tanti altri ancora e si possono rendere più attraenti con oli essenziali che aggiungono odore.

Anche i colori sono vari, quindi possiamo dire che la scelta è così vasta che ogni pescatore potrà fare la sua “pozione segreta”.

esca per carpa