La pesca a mosca è un tipo di pesca sportiva dove vengono utilizzate particolari esche artificiali di insetti dell’ambiente acquatico, e terrestre, come formiche, cavallette, vespe ecc. In ogni caso l’esca viene chiamata “mosca” pur imitando anche altre creature di cui il pesce si nutre, come altri pesci, gamberetti, ecc.
La pesca a mosca viene effettuata con una attrezzatura composta da canna di diverse lunghezze, mulinello per pesca mosca (detto contenitore di coda), coda di topo (lenza di diametro decrescente) e vari accessori a supporto del pescatore.
Le tecniche di pesca a mosca in torrente sono essenzialmente quattro: ( mosca secca, mosca sommersa, ninfa e streamer ).
La mosca secca si utilizza quando i pesci si stanno alimentando in superficie mangiando gli insetti che si sono posati sull’acqua. Quindi si usano in questo caso esche di medio-piccola grandezza estremamente galleggianti. Si imita l’insetto nello stadio vitale detto imago.
La mosca sommersa si utilizza quando i pesci si alimentano subito sotto la superficie. In questo caso l’esca imita lo stadio vitale dell’insetto detto sub-imago.
La ninfa si utilizza quando i pesci stazionano sul fondo e si nutrono di insetti subacquei e larve detti appunto ninfe. Si usano quindi esche piombate. La piombatura in questo tipo di pesca non viene mai applicata alla lenza ma direttamente nella costruzione della mosca, aggiungendo alcune spire di filo di metallo (piombo, rame o tungsteno) sull’amo o servendosi di piccole sfere metalliche forate e inserite nell’amo dette testine.
Lo streamer è una tecnica che si avvicina molto a quella dello spinning in quanto vengono utilizzate esche di dimensioni medio-grandi da recupero. Si tenta in questo caso di imitare piccoli pesci, gamberi, rane e piccoli roditori. Le esche vengono lanciate e recuperate con piccoli strappi dati dalla punta della canna o dal recupero repentino della coda di topo.
La pesca a mosca è considerata da molti una forma d’arte che va oltre la semplice cattura di un pesce da esibire agli amici. Più che la cattura di per se stessa è infatti considerato di maggior importanza il come la preda stessa venga catturata, portando ad esempio il gioco del golf, dove lo scopo non è semplicemente di mettere una pallina in un buco per terra, ma appunto come farlo (con apposite mazze da golf di diverso tipo). È consuetudine da parte dei pescatori a mosca pescare cercando di provocare il minor danno alla fauna ittica. A questo scopo si usano sovente ami senza ardiglione, secondo il cosiddetto spirito no-kill: rilasciare sempre il pesce che si cattura.
Pesca a mosca: semplici suggerimenti per iniziare:
I prossimi suggerimenti per la pesca a mosca saranno esposti nella forma più semplice possibile: non intendiamo, infatti, salire in cattedra, procurarvi una indigestione di tecnicismi, e, ancor meno, imporre le nostre opinioni, ma semplicemente aiutarvi ad iniziare, quanto prima, a pescare.
L’attrezzatura di base:
La canna
Per la pesca a mosca esistono molte marche di canne che presentano modelli con eccellente rapporto qualità prezzo. Ciò che importa è iniziare con un attrezzo di qualità, che possa farvi progredire e gustare ampiamente questa tecnica, ad un prezzo accessibile.
Il mulinello
Normalmente si recupera tirando, la coda di topo, con la mano; il mulinello si utilizza solo come raccoglitore della lenza. Agli inizi conviene utilizzare un modello semplice, economico ma affidabile.
La coda di topo
Si dà questo nome a una lenza conica che permette di lanciare una mosca dando “frustate”; ne esistono di molti tipi; conviene cominciare con una economica, di buona qualità e perfettamente calibrata, una galleggiante del numero 4 o 5.
Il terminale
È la connessione invisibile tra la coda di topo e la mosca. Sul mercato se ne trovano di molti tipi, intrecciati, costituiti da monofili, annodati ecc…, per iniziare è preferibile un monofilo conico, 4x o 5x.
Il connettore
Ne esistono di economici e duraturi; sulla busta è riportato uno schema che mostra come montarlo sulla coda di topo.
Arrivati a questo punto potremmo già legare una mosca al nostro terminale e provare a pescare; confido che sin dal primo momento la pesca a mosca vi catturerà con il suo fascino e incanto, facendovi sentire il desiderio di procurarvi il resto degli attrezzi che ancora mancano al vostro equipaggiamento.
Il giubbetto
Sarà il vostro magazzino particolare. Indispensabile per la pesca a mosca, al suo interno porremo: taglia filo, silicone per dare galleggiabilità alla mosca, alcuni terminali di ricambio e le imprescindibili scatole porta mosche, nelle quali porremo un assortimento polivalente di mosche secche, sommerse, ninfe, emergenti, ecc…
Equipaggiati con tutto il necessario per le nostre prime giornate di pesca, possiamo armarci di pazienza per affrontare le nostre meravigliose e a volte esasperanti amiche: le trote.
Vediamo ora di facilitare, per quanto possibile, i vostri primi passi come “moschisti”.
Con il trascorrere del tempo i successi andranno aumentando e i “piccoli” insuccessi andranno diminuendo di giorno in giorno.
Il lancio:
Non dobbiamo, per prima cosa, lasciarci ossessionare dall’idea di effettuare lanci lunghi e spettacolari. La pesca a mosca richiede il suo tempo per essere perfezionata specialmente nei lanci.
Immaginiamo che la nostra canna sia la lancetta di un orologio: la situiamo a ore 10 alzandola con dolcezza sino a ore 11, in modo che la coda di topo esca dall’acqua e vi rimangano solo il terminale e la mosca.
Con un rapido colpo del polso si alza la canna sino a ore 12 attendendo un istante perchè la lenza si stenda nell’aria dietro di noi, e con un nuovo rapido colpo di polso portiamo la canna sino alle 10 in modo che la lenza si posi tutta quanta, soavemente, sull’acqua.
Questi colpi di polso sono la base di tutta la tecnica del lancio; all’inizio saranno bruschi e molto meccanici, però poco a poco farete progressi in leggerezza, ritmo e precisione.
Esiste un trucco che rende più facile utilizzare correttamente la canna da mosca.
Consiste nel rimpiazzare il dito pollice, che normalmente si appoggia sulla canna, con il dito indice; in questo modo otterremo che la canna, tornando indietro, non oltrepassi le ore indicate.
Inizialmente lavorate con 5 o 6 metri di lenza fuori del mulinello ripetendo molte volte i movimenti per guadagnare scioltezza. Verranno più avanti i lanci lunghi, la “doppia trazione” e tutto il resto.
La presentazione:
Per ingannare una trota con una mosca finta è necessario essere molto cauti e presentarla nella forma più naturale possibile.
Cominciate a pescare in correnti moderate giacchè, in queste, la trota non ha molto tempo per diffidare e abbocca più decisamente.
Lanciando lateralmente e a monte del fiume otterremo una deriva naturale della mosca esplorando così tutto il tratto della corrente.
Se non ottenete risultati con la mosca secca, vi raccomando un sistema molto efficace: montate un bracciolo corto di nylon dello 0.16 circa 60 cm a monte della mosca in modo da avere una mosca annegata sopra ed una ninfa in punta.
Ora pescheremo all’inverso cioè scendendo il fiume per poter sentire le “tocche” e ferrare immediatamente con delicatezza.
La strategia:
Sfortunatamente non conosciamo un rimedio infallibile per la pesca a mosca in quei giorni difficili nei quali le trote sembrano ignorarci con una superbia quasi insultante.
Se non vedete neanche una traccia di esclosioni nè di trote che si cibano in superficie, montate una “ninfa” e al minimo segno di bollata ritornate a “secca”: questo rappresenta il modo più emozionante di catturare un pesce.
All’inizio della stagione di pesca le esclosioni sono più abbondanti attorno al mezzogiorno; in estate lo sono all’alba o al tramonto.
Se vedete che sono in attività e non avvertite “tocche”, spendete un poco di tempo per verificare ciò di cui si cibano e montate ciò che di più somigliante avete nella vostra scatola.
Per iniziare non riempirti di troppe mosche differenti, prepara un assortimento ridotto e “dagli” con pazienza: ora la cosa più importante è presentare bene.
A questo punto non mi rimane che augurarvi “suerte”, pazienza, sperando che vi dedichiate a questo modo di vedere la pesca al punto da convertirvi in pescatori a mosca.
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