- Il barbo - Splendido pesce di fondo
Il barbo pesce fa parte della famiglia dei Cyprinidae, vive in acque dolci e il suo nome scientifico è barbus barbus,
Il barbus barbus è la specie di barbo presente in tutta Europa ed è stato introdotto nell’Italia Centrale.
Pesce di fondo che predilige le acque limpide e con corrente, con fondale possibilmente sassoso.
Si adatta comunque bene anche ai fondali melmosi dove lo si trova in piccoli branchi specialmente nei periodi estivi.
Nel territorio Italiano oltre al pesce barbo Europeo vivono altre specie di barbi: il Barbo di Graells, il Barbo Canino, il Barbo tiberino, il barbo spagnolo e il Barbo Padano o Italico.
Morfologia e alimentazione
La caratteristica principale che lo contraddistingue, è sicuramente la presenza dei barbigli posti nel labbro superiore.
Ha un corpo lungo e affusolato ed è un pesce molto forte e veloce.
Il suo dorso è di un colore bruno, più o meno chiaro a secondo delle specie, cosparso da punti neri che si estendono in tutto il corpo.
Anche nelle pinne dorsali e caudali sono presenti delle macchie nere, inoltre la caudale è sfumata di rosso all’estremità.
Anche le pinne anali e pettorali del pesce barbo sono di un colore rossastro.
Un’ individuo adulto può raggiungere anche la lunghezza di 90 cm per un peso ragguardevole di circa 8 kg.
La sua dieta è composta principalmente da insetti, crostacei, vermi, molluschi e larve che trova nel fondo, ma non disdegna neanche nutrirsi di vegetali acquatici.
Specie di barbi presenti nei nostri fiumi
Come già detto sopra, ci sono diverse specie di barbo pesce presenti nelle nostre acque interne.
A prima vista sembrano tutte uguali ma in realtà celano delle differenze che le caratterizzano.
Cercheremo di fare un pò di chiarezza su queste differenze anche se a volte sono veramente minime.
Barbo padano o italico
Nome scientifico Barbus plebejus, di origine autoctona, ha anche lui come quello europeo un corpo slanciato e robusto e ha molta potenza,
Si differenzia da quello europeo per il colore. Infatti il suo dorso è di un bruno/verdastro più scuro rispetto all’europeo e i fianchi sono più chiari tendenti al giallastro.
Anche la pezzatura è diversa, infatti questa specie può raggiungere la lunghezza massima di 60 cm con un peso massimo di 4 kg. circa.
Barbo canino
Nome scientifico Barbus caninus, è sicuramente la specie più facile da riconoscere, ma purtroppo ormai, la più rara da incontrare.
Lo si riconosce al primo impatto perchè la sua livrea è molto diversa dalla altre specie.
Il suo corpo infatti è cosparso di grosse macchie scure irregolari, il suo capo più appuntito e il dorso è maggiormente arcuato.
La colorazione del corpo è di un grigio/avana chiaro e anche nelle sue pinne sono presenti macchie scure e irregolari come quelle del corpo.
La lunghezza massima che può raggiungere è di 35/40 cm. con un peso che raramente supera i 200 grammi.
Barbo Tiberino o Etrusco
Nome scientifico Barbus tyberinus, è una specie che vive quasi esclusivamente nei corsi d’acqua ben ossigenata e con corrente.
Rarissimamente lo si trova nei laghi o in acque ferme e la sua colorazione può variare a seconda dell’ambiente in cui vive.
Si differenzia dalle altre specie per il numero di dentelli presenti nella pinna dorsale.
Le pinne pettorali, ventrali e anali sono di un colore giallastro e le sue squame sono leggermente più grandi delle altre specie.
Anche nel corpo del barbo tiberino sono presenti piccole macchioline nere come quelle del canino, ma molto più piccole e regolari.
Solo gli individui di giovane età possono avere macchie più grosse e scure rispetto agli adulti, particolarità che, a volte, li fa confondere con i barbi canini.
La lunghezza massima che può raggiungere è quella di 50 cm.
Barbo di Graell
Nome scientifico Luciobarbus graellsi, conosciuto anche come barbo dell’Ebro, omonimo fiume della Spagna da dove proviene.
Molto si assomiglia alle altre specie sopra elencate, ma si differenzia soprattutto per la sua livrea.
Il suo corpo infatti e di un colore uniformemente argentato senza presenza di nessun tipo di macchie.
Se non fossero presenti i barbigli ( caratteristica inconfondibile di questi ciprinidi ) la sua livrea potrebbe essere confusa con quella del cavedano.
Le sue scaglie sono più grandi delle altre specie e il peritoneo è di un colore nero, rispetto agli altri che lo hanno di colore grigio.
La sua lunghezza può raggiungere i 700/800 cm anche se la lunghezza media degli esemplari pescati raramente supera i 400 cm.
Barbo Spagnolo
Nome scientifico Luciobarbus bocagei, anche questo facilmente capibile dal nome è di provenienza ispanica.
Molto simile a quello di Graell, lo si può distinguere perche i suoi barbigli non arrivano all’occhio.
A differenza delle altre specie, questa predilige le acque con correnti molto deboli o anche assenti e un fondo con sabbia e fango e non con sassi.
La sua livrea e normalmente di un bruno/verdastro sul dorso, più chiara sui fianchi e sul ventre, dove può avere anche dei riflessi dorati/argentei.
Le sue pezzature sono di grande rispetto, infatti si annotano catture di ragguardevoli dimensioni e lunghezze.
Anche il Luciobarbus Comizo o meglio conosciuto come barbo iberico, altra specie praticamente uguale, ha grosse dimensioni.
Dei propri e veri “mostri” di acqua dolce, che sicuramente regaleranno momenti magici a chi li cattura.
Come pescare il pesce barbo
Esistono diverse tecniche per poter pescare questo splendido pesce, tecniche che variano in base al gusto del pescatore e al posto dove si pesca,
Le più usate sono la passata o trattenuta, il feeder e negli ultimi anni è molto usato anche lo spinnng.
Cerchiamo di spiegare meglio le caratteristiche di ognuna di queste tecniche
Passata o trattenuta
La pesca in passata o trattenuta è sicuramente la più praticata in Italia nelle acque interne, vuoi perchè, forse, è una delle più antiche, vuoi perchè ci sono abbondanti posti per praticarla.
E’ facile intuire che questa tecnica di pesca consiste nel far scivolare la nostra lenza lungo la corrente di fiumi o canali, corrente che è il fattore più importante.
L’attrezzatura occorrente è composta da una bolognese lunga tra i 5 e gli 8 metri con una buona flessibilità nella parte terminale.
Un classico, ma buon mulinello a bobina fissa, con peso intorno ai 250 grammi con un rapporto di recupero 5 : 1, dove avvolgere un monofilo dello 0,16.
La montatura verrà fatta in base alla corrente del tratto di fiume dove si intende pescare, per ogni corrente occorre un tipo di montatura.
Montatura per correnti veloci
Il galleggiante per questo tipo di corrente dovrà essere grande con la forma di una goccia rovesciata o a palla.
La piombatura dovrà essere eseguita inserendo nel monofilo una torpilla con il peso uguale al 75% del peso del galleggiante.
Il rimanente peso sarà ricoperto da pallini della giusta misura per raggiungere il peso del galleggiante montato.
Come finale utilizzeremo nylon che possono variare da uno 0,8 a uno 0,14, in base alla limpidezza dell’acqua e alla bravura del pescatore.
Finale che verrà collegato alla lenza madre tramite una girella.
Anche l’amo montato varierà in base al tipo di innesco che si desidera fare, ma di solito vengono utilizzati ami del 18.
Montature per correnti medie
Per eseguire una montatura per acque medie si adopera lo stesso tipo di galleggiante di quelle veloci ma il modo di piombare la lenza varia.
Non adopereremo più la torpilla ma solo pallini che dovranno essere circa 10 della stessa misura per arrivare al peso del galleggiante.
Inseriremo 2 pallini a distanza molto ravvicinata tra loro subito dopo il galleggiante e i rimanenti a una misura tra loro che andrà sempre ad aumentare.
Questa piombatura è conosciuta tra i pescatori come di spallinatura ad aumentare.
Per quanto riguarda il resto è uguale alla montatura per acque veloci.
Montature per correnti lente
Questo tipo di montatura per la pesca al barbo o anche al cavedano, è completamente diversa dalle altre 2.
Partiamo dal galleggiante che sarà sicuramente di un peso molto minore, anche la sua forma sarà diversa .
Infatti non adopereremo più uno fatto a goccia rovesciata o a palla ma uno con la forma di goccia che ha una grandissima sensibilità.
La spallinatura sarà montata con una distanza uguale tra i pallini e non dovrà superare gli 80 cm. di lunghezza.
Questi pallini così montati, fanno si che la resistenza del galleggiante all’abboccata del barbo, sia minore e che il pesce sia meno diffidente.
Anche qui per finale ed amo, valgono le regole delle altre 2 montature.
Pescare il barbo in trattenuta
La montatura per la pesca del barbo in trattenuta è la stessa adoperata per le acque veloci.
Dovremo solo cambiare il peso del galleggiante in base a quanta corrente è presente nel tratto di fiume dove si intende pescare.
Con questo tipo di montatura potremo alternare momenti di trattenuta a momenti di normale passata.
Pescare il barbo a feeder
Questa tecnica di pesca al pesce barbo può essere riassunta come pesca al barbo con il pasturatore e viene fatta principalmente dove l’acqua corre veloce.
Il feeder viene usato spesso per la pesca alla carpa o al carassio o a tutti i pesci che mangiano nei fondali .
La pesca a feeder al barbo aiuta certamente a tenere l’esca ferma nei fondali ghiaiosi, perchè il pasturatore deve essere di peso non inferiore ai 40/50 grammi.
E’ risaputo che il pesce barbo vuole l’esca più possibilmente stabile nel fondo quindi un pasturatore fa proprio al caso nostro.
L’esca consigliata da innescare nell’amo è sicuramente il bigattino.
Stessa esca inseriremo nel pasturatore facendo un misto di bigattini, pastura da barbi (la migliore è quella al formaggio) , colla per bigattini.
Amalgamiamo il tutto in un secchio e quando la consistenza sarà giusta riempire il pasturatore.
Alcuni appesantiscono il pasturatore con granelli di ghiaia per poter raggiungere il fondo più velocemente quando la corrente è molto forte.
Barbi a spinning
Da alcuni anni ha preso campo anche la pesca al pesce barbo a spinning.
Questa viene effettuata principalmente dove non viene pescato a feeder, questo perchè li il barbo è troppo abituato ai bigattini.
Dove questo è possibile, quindi, il pescatore può dare libero sfogo a trovare l’esca artificiale più adatta al barbo, di solito piccoli pesci e larve.
Si hanno buoni risultati con i classici ondulanti o piccoli rotanti, ma molto più efficaci sono gli shad, i worm montati su teste piombate e i grub.
L’azione di pesca è molto differente dallo spinning classico, dove si lancia e si recupera più o meno velocemente, più o meno linearmente.
Per pescare il barbo a spinnig occorre recuperare in modo lentissimo facendo fare all’artificiale piccoli saltelli.
Questo perchè l’esca deve sempre lavorare ad un’altezza che non superi mai i 25 cm. dal fondo, posto ottimale dove insidiare il pesce barbo.
Quando invece peschiamo con i worm e i grub con testa piombata, il recupero sarà ancora più lento.
Infatti l’artificiale dovrà strisciare nel fondo per un piccolo tratto, poi fermarsi per qualche secondo e ripartire di nuovo, e ripetere ancora.
Trovare il posto adatto dove lanciare è sempre importantissimo, infatti questi ciprinidi amano stazionare anche in branchi numerosi.
Spesso stazionano sotto i ponti o nelle grosse buche che il fondale sassoso può avere, trovare il branco è sicuramente metà pescata.
Agganciare un barbo a spinning fa provare splendide emozione perchè è un pesce forte e tira moltissimo.
Provare per credere.
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