arborella pesce

Arborella

Arborella: il gioiello argentato dei laghi italiani

L’arborella, (Alburnus arborella, Bonaparte 1841), è un pesce osseo d’acqua dolce della famiglia Cyprinidae.

Snella, brillante e gregaria, anima laghi e corsi d’acqua con la sua livrea argentea.

Arborella: identità scientifica tra equivoci storici e ibridi naturali

Per decenni l’arborella (Alburnus arborella) è stata confusa con il pesce alburnus.

In diverse pubblicazioni fu persino trattata come sottospecie (A. alburnus arborella) o avvicinata ad Alburnus albidus.

La denominazione Alburnus arborella lateristriga, proposta come sottospecie, è oggi interpretata come l’esito di un’ibridazione tra arborella e triotto.

Anche il “sampierolo” (Leuciscus lapacinus), talvolta considerato specie valida, è in realtà un ibrido fra arborella e cavedano italico, diffuso ovunque le due specie parentali convivano in simpatria.

Queste revisioni tassonomiche mettono a fuoco l’identità dell’arborella e offrono un quadro chiaro a ricercatori, pescatori e appassionati.

alborella in branco

Arborella: areale originario, distribuzione e introduzioni in Italia e lungo l’Adriatico

Nel suo areale originario, l’arborella è endemica della Pianura Padana.

Presente anche in tratti del versante adriatico dell’Italia centrale e in alcune porzioni della costa istro-dalmata, in particolare nei bacini dei fiumi Mirna e Zermagna.

Le popolazioni del fiume Narenta (Neretva) e dei laghi di Ocrida e Scutari, in territorio macedone e albanese, sono oggi attribuite a due specie distinte.

Alburnus neretvae e Alburnus scoranza, chiarendo i confini reali della distribuzione dell’arborella.

Parallelamente, l’arborella è stata introdotta con successo nel fiume croato Ricica e in vari corsi d’acqua tirrenici dell’Italia centrale, tra cui Arno, Tevere e Ombrone, oltre che in numerosi laghi dell’Italia centrale e nel Meridione.

Dal 1994 l’arborella è presente anche in Sardegna, risultando ormai diffusa in pressoché tutti gli ambienti idonei d’Italia, dai laghi ai fiumi dove trova condizioni favorevoli.

alborella pesce argento

Arborella: habitat, vita pelagica e abbondanza in fiumi e laghi

L’arborella spazia in un’ampia varietà di ambienti d’acqua dolce.

Dai fiumi a corrente moderata ai laghi di ogni dimensione, fino ai canali di pianura, dove trova condizioni stabili e acque favorevoli.

Presente anche in quota, l’arborella è stata osservata in alcuni laghi alpini fino a 2.000 metri di altitudine.

Nei laghi conduce una vita soprattutto pelagica, frequentando le acque aperte.

In molti ecosistemi risulta spesso la specie più numerosa per individui, pur non primeggiando in termini di biomassa.

Nel fiume Po, ad esempio, può rappresentare almeno il 60–70% della fauna ittica come numero di esemplari, ma solo il 2–6% della biomassa complessiva.

Nei grandi laghi l’arborella privilegia gli strati superficiali sopra fondali elevati e predilige zone prive di vegetazione acquatica.

habitat alborella

Arborella: morfologia elegante e segni distintivi

L’arborella presenta un corpo slanciato e compresso lateralmente, con un profilo dorsale quasi rettilineo e un ventre leggermente arcuato che ne esalta l’eleganza in acqua.

La bocca, orientata verso l’alto, mostra una mandibola sporgente che supera la mascella, carattere utile per riconoscere l’arborella a colpo d’occhio.

La pinna dorsale è inserita in posizione arretrata rispetto alle pinne ventrali, mentre la pinna caudale è nettamente forcuta, con lobi appuntiti che suggeriscono agilità nel nuoto.

La pinna anale è relativamente lunga.

L’apice delle pinne pettorali non raggiunge il punto d’inserzione delle ventrali.

Le scaglie dell’arborella si staccano con facilità al semplice contatto delle dita.

Sul ventre, fino all’apertura anale, corre una carena rigida, poco evidente e in parte coperta dalle scaglie.

Un dettaglio discreto ma caratteristico della specie.

Arborella vs alburno e alborella meridionale: guida rapida all’identificazione

A colpo d’occhio l’arborella può somigliare sia all’alburno, specie europea introdotta sporadicamente in Italia, sia all’alborella meridionale, ma alcuni dettagli la rendono inconfondibile.

Rispetto all’alburno ( vedi foto sotto ), l’arborella presenta la pinna anale inserita un po’ più in avanti.

La base si trova sotto gli ultimi 4–8 raggi divisi della dorsale, mentre nell’alburno è allineata solo con l’ultimo raggio diviso.

Inoltre, l’arborella conta in genere un numero maggiore di raggi divisi nella pinna anale, di solito 13–16 contro 11–13 nell’alburno.

Un altro segno utile è la carena ventrale rivestita di squame.

Lungo il fianco dell’arborella corre poi una sottile fascia scura, poco evidente in vita ma molto marcata negli esemplari conservati in alcool o formalina.

Nell’alburno questa banda è assente o appena percettibile.

Per separarla da Alburnus albidus, infine, osserva la bocca: nell’arborella è inclinata verso l’alto, mentre nella congenerica meridionale è quasi orizzontale.

Arborella: livrea argentea cangiante e dimensioni reali della specie

L’arborella (Alburnus arborella) sfoggia una colorazione argentea, intensa e altamente riflettente, con delicati riflessi verdastri o azzurri madreperlacei che esaltano il suo profilo in acqua.

Lungo i fianchi corre una fascia più scura, variamente visibile, animata da bagliori iridescenti verdastri o violacei e sottolineata superiormente da un sottile bordo dorato.

Un tratto distintivo che rende l’arborella immediatamente riconoscibile.

Per quanto riguarda le dimensioni, la taglia massima registrata è di 12,7 cm, mentre la media si aggira intorno ai 10 cm.

Segnalazioni di esemplari oltre i 20 cm sono con ogni probabilità riferibili ad altre specie del genere Alburnus.

branco di alborelle

Comportamento gregario e alimentazione opportunista

Specie fortemente gregaria, l’arborella forma banchi compatti e numerosi che, nei grandi laghi, possono crescere fino a dimensioni davvero impressionanti.

In ambiente lacustre l’arborella mostra anche un’accelerazione dell’accrescimento, che risulta sensibilmente più rapido rispetto ai corsi d’acqua a corrente.

Nei laghi l’alimentazione dell’arborella è dominata dallo zooplancton, con prevalenza di copepodi e cladoceri, e può includere integrazioni di alghe.

Le popolazioni fluviali, invece, si nutrono anche di insetti e altri invertebrati, talvolta arrivando a consumare alghe e materiale vegetale.

Questa flessibilità rende l’arborella una specie opportunista, capace di sfruttare al meglio le risorse disponibili in ogni momento.

Arborella: strategie riproduttive e curiosità sulla biologia sessuale

Durante il periodo riproduttivo, che si concentra tra giugno e luglio, l’arborella si raduna in grandi banchi e intraprende brevi migrazioni verso zone a forte corrente e fondali ghiaiosi nei fiumi, oppure verso bassifondi sassosi nei laghi.

In alcune occasioni, la deposizione delle uova avviene anche sulla vegetazione acquatica, mostrando una certa adattabilità alle condizioni ambientali.

Ogni femmina può deporre fino a 3.000 uova, che si schiudono dopo circa una settimana, anche se il tempo di incubazione dipende dalla temperatura dell’acqua.

L’arborella raggiunge la maturità sessuale generalmente al secondo anno di vita, ma in alcuni casi già al primo.

Interessante notare che, mentre fino ai tre anni di età i maschi costituiscono circa la metà della popolazione, nelle classi più anziane la loro presenza diminuisce progressivamente fino quasi a scomparire.

Ecco perchè gli esemplari di maggiori dimensioni sono esclusivamente femmine.

alborella in deposizione di uova

Arborella: pesca, usi tradizionali e stato di conservazione

L’arborella è una specie apprezzata sia dai pescatori sportivi che da quelli professionisti, soprattutto nei laghi dove si concentra la maggior parte delle catture.

In passato, le sue scaglie erano particolarmente ricercate per l’estrazione della guanina, una sostanza brillante utilizzata nella produzione delle perle artificiali e nota come “essenza d’Oriente”.

Questo testimonia il valore storico ed economico di questa piccola specie.

Dal punto di vista della conservazione, l’arborella non risulta attualmente minacciata.

Le sue popolazioni sono in crescita e non subisce gli effetti della sovrapesca o di altri impatti significativi.

Per questo motivo, la Lista rossa IUCN la classifica tra le specie a “rischio minimo”.

Tuttavia, in alcuni ambienti come il lago Maggiore e il lago di Lugano, l’arborella deve affrontare la competizione con specie aliene come il rutilo, che possono influenzare la sua presenza a livello locale.

Tecniche e attrezzature per la pesca dell’arborella

La pesca dell’arborella richiede attrezzature leggere e specifiche.

Si utilizzano canne di lunghezza variabile, generalmente tra 1,5 e 6 metri, abbinate a lenze sottili e galleggianti dal peso compreso tra 0,10 e 5 grammi, a seconda delle condizioni dell’acqua e della distanza di lancio desiderata.

La taratura del galleggiante viene effettuata posizionando piccoli pallini di piombo molto ravvicinati, a circa 7–10 centimetri dall’amo, per garantire una presentazione naturale dell’esca.

Gli ami ideali sono a gambo lungo, sottilissimi, e nelle misure che vanno dal 26 al 18.

Per l’innesco si prediligono i bigattini classici e i cosiddetti “maialini”, ovvero bigattini particolari ottenuti dallo sterco di maiale.

Questi risultano particolarmente appetibili per l’arborella e aumentano le possibilità di successo durante la battuta di pesca.

Pasturazione per l’arborella: ingredienti e tecniche vincenti

La pasturazione è una fase fondamentale nella pesca dell’arborella e si basa su una miscela fine composta da pane, crisalide del baco da seta e latte in polvere, tutti ingredienti macinati accuratamente.

La preparazione della pastura può variare a seconda delle condizioni di pesca.

Se inumidita con molta acqua, la pastura assume una consistenza cremosa che, in acque ferme, crea un invitante alone superficiale capace di attirare rapidamente le arborelle.

Se invece viene bagnata con poca acqua, rimane sfarinata e può essere modellata in palline più o meno compatte.

Regolando la pressione con cui si comprime la pastura, è possibile farla “lavorare” a diverse profondità.

Più viene pressata, più si apre e si disperde in profondità, rendendola ideale per insidiare le arborelle più grandi o pescare in acque correnti.

Questa versatilità rende la pasturazione un’arma segreta per ogni appassionato di pesca all’arborella.

pasturazione alborella

Tecnica di pesca all’arborella: precisione e ritmo per mantenere il branco

La pesca dell’arborella richiede precisione e rapidità d’azione.

E’ fondamentale lanciare la lenza con movimenti accurati e ripetuti, e pasturare costantemente, aggiungendo piccole dosi di pastura ogni volta che si recupera un pesce.

Questo approccio permette di mantenere compatto il branco di arborelle attorno al punto di pesca, evitando che si disperda e garantendo così catture continue e regolari.

Solo con un ritmo sostenuto e una pasturazione mirata si può ottenere il massimo successo nella pesca di questa specie vivace e gregaria.

alborella pescata

Alborella, Passione e tradizione

Catturare l’alborella significa immergersi in una tradizione antica, fatta di gesti precisi e attese silenziose. Il suo argento vivo illumina le mani del pescatore e il cuore di chi sa apprezzare la semplicità della pesca in compagnia. Che sia per sport, per passione o per tramandare ricordi di famiglia, la pesca dell’alborella è un’esperienza che lega uomo e natura, regalando momenti di pura soddisfazione e una connessione profonda con le acque italiane.